A cura di Daniel Björk, gestore del Swisscanto Bond Fund CoCo

Svb era una banca tradizionale?

Svb era tutt'altro che una banca tipica, poiché si concentrava sull'essere la banca al centro dell'ecosistema del venture capital. La maggior parte dell'attività bancaria era svolta con le start-up, soprattutto nel settore tecnologico e biotecnologico. Di conseguenza, il mix di clienti era molto concentrato e la mancanza di diversificazione aggravata dal fatto che i propri clienti erano società in una fase early-stage, particolarmente vulnerabili in un mondo in cui l'accesso al denaro è sempre più costoso e ridotto. Primo segnale di attenzione.

I capitali raccolti dalle start-up tramite il fundraising erano depositati presso la Svb e poi prelevati man mano che le società bruciavano liquidità nella propria attività. L'erogazione di prestiti ai clienti era solo una piccola parte del modello di business di Svb. La parte principale dell'attività consisteva nell'immagazzinare i fondi dei clienti come depositi (fino a quando i clienti non avevano bisogno di liquidità). Questo ha portato a un rapporto prestiti/depositi insolitamente basso, intorno al 40-50%. A titolo di confronto, il rapporto mediano tra prestiti e depositi per le grandi banche statunitensi è di circa l'80% e di circa il 100% per le grandi banche europee. In altre parole, le grandi banche statunitensi ed europee hanno profili commerciali molto più equilibrati.

La straordinaria crescita dei depositi di Svb nel 2020 e nel 2021 è stata resa possibile grazie all'abbondante disponibilità di fondi per i propri clienti. La crescita annuale dei depositi di Svb ha raggiunto un picco dell'85% nel 2021, rispetto al 13% delle grandi banche statunitensi e al 6% delle banche europee. Con il rallentamento dei flussi per le start-up tecnologiche, i clienti di Svb hanno continuato a registrare una perdita di liquidità (i clienti start-up sono intrinsecamente negativi in termini di flussi di cassa).

Una forte crescita dei depositi è di solito un segnale di allarme nell'analisi delle banche, poiché può portare a decisioni commerciali sbagliate. Se la domanda di prestiti da parte dei clienti non è soddisfatta, una banca può scegliere di impiegare i depositi in investimenti in titoli (che potrebbero aggiungere rischi di liquidità, di credito e/o di tasso d'interesse). Secondo segnale di attenzione.

E questo è esattamente quanto accaduto a Svb. A fronte di una domanda limitata di prestiti da parte dei clienti, la banca ha deciso di aumentare il proprio portafoglio di investimenti obbligazionari per ottenere un reddito da interessi aggiuntivo.

Un simile portafoglio deve però essere liquido e composto da obbligazioni di alta qualità, in modo da poter essere venduta rapidamente a un costo minimo per far fronte a eventuali deflussi di depositi. La prassi normale della tesoreria bancaria è quella di investire in titoli a tasso variabile (per ridurre il rischio di tasso d'interesse), in buoni del Tesoro a breve scadenza (30-90 giorni) e/o di coprire il rischio di tasso d'interesse del proprio portafoglio obbligazionario attraverso swap su tassi d'interesse per le scadenze più lunghe.

Con importi limitati detenuti in contanti, i deflussi di depositi hanno costretto Svb a vendere parte delle proprie obbligazioni. Si tratta di una prassi normale, nel senso che un portafoglio di obbligazioni bancarie, essendo liquido e di alta qualità, può essere utilizzato per fornire liquidità in caso di necessità.

Quello che però non è normale è il fatto che Svb abbia agito come se i depositi dovessero rimanere per diversi anni, poiché la maggior parte delle obbligazioni acquistate (titoli garantiti da ipoteca e titoli del Tesoro Usa) erano a lunga scadenza e pagavano interessi fissi (con una duration del portafoglio di 5,6 anni). Poiché una duration così elevata si traduce in un notevole rischio di tasso, è necessaria un'adeguata copertura. Sembra tuttavia che Svb abbia applicato un livello minimo di copertura dei tassi d'interesse (550 milioni di dollari su un portafoglio obbligazionario di 120 miliardi di dollari e fino all'ottobre 2022). La mancanza di gestione del rischio di tasso è il terzo segnale di attenzione.

In termini di impatto sul bilancio, una banca può scegliere di contabilizzare un'obbligazione come “disponibile per la vendita” (i profitti e le perdite si riflettono nelle variazioni del capitale) o “detenuta fino a scadenza” (ammortizzata al costo lungo la durata dell'obbligazione e senza riflettere i profitti e le perdite nel capitale). Svb ha deciso di non coprire la maggior parte del rischio di tasso d'interesse, ma di contabilizzare la maggior parte del proprio portafoglio obbligazionario come “detenuto fino a scadenza”. Ciò significa che eventuali perdite sui titoli (dovute all'aumento dei tassi d'interesse) saranno contabilizzate solo se un titolo è venduto prima della propria scadenza.

L'ampia dimensione del portafoglio obbligazionario della Svb contabilizzato come “detenuto fino a scadenza” è evidente se confrontata con quella di banche più grandi e ben regolamentate negli Stati Uniti e in Europa. Questo rappresenta una cattiva gestione del rischio di liquidità e un quarto segnale di attenzione associato a Svb.

Perché Svb è collassata?

Quando i clienti hanno avuto bisogno della liquidità, non potendo vendere i titoli detenuti fino a scadenza” per non incorrere in gravi perdite, Svb ha venduto 21 miliardi di dollari del proprio "portafoglio disponibile per la vendita", con una perdita di 1,8 miliardi di dollari (perdita dell'8,6%). Poiché la stragrande maggioranza dei depositanti è costituita da clienti aziendali (98% del portafoglio prestiti totale, con i prestiti al dettaglio che rappresentano solo un mero 2%), la maggior parte non sarebbe stata protetta dalla garanzia sui depositi (limite di 250.000 dollari). Ciò ha messo in allarme gli sponsor di venture capital che hanno consigliato alle società in portafoglio di ritirare i propri fondi e limitare l’esposizione a Svb. Ciò a propria volta ha aggravato il problema. Svb ha cercato di raccogliere capitali, ma è fallita ed è stata rilevata dall'autorità di regolamentazione dello Stato della California.

Qual è la situazione delle grandi banche statunitensi ed europee?

La situazione delle grandi banche statunitensi ed europee è completamente diversa. Per noi è chiaro che Svb fosse una banca molto rischiosa e completamente anomala nella maggior parte delle sue dimensioni. Aveva un mix di clienti e attività rischioso (più simile a un monoliner), una gestione della liquidità molto carente e l'assenza di pratiche di tesoreria standard in termini di gestione del rischio di interesse. Inoltre, l'assenza di un Chief risk officer negli ultimi 12 mesi è indice di una governance debole. Si tratta di difetti importanti che non riscontriamo nelle maggiori banche statunitensi ed europee.

Come conseguenza prevediamo una maggiore attenzione nei confronti di altre banche regionali statunitensi specializzate. Prevediamo anche una maggiore attenzione da parte delle banche per iniziare ad aumentare i tassi sui depositi bancari, ancora molto bassi, per ridurre il rischio di fuga dei capitali. Soprattutto negli Stati Uniti, questi tassi sono ancora molto bassi rispetto ai tassi a breve termine nettamente più elevati offerti dai Treasury e dai fondi sul mercato monetario. L'aumento dei tassi d'interesse sui depositi ridurrà gli utili delle banche, ma avrà un impatto maggiore sui piccoli istituti regionali statunitensi rispetto alle grandi e solide banche statunitensi ed europee.

A nostro avviso le banche europee dovrebbero essere meno colpite da questo problema rispetto alle banche statunitensi.

- La crescita dei depositi è stata molto più contenuta in Europa rispetto al picco registrato dalle banche statunitensi
- Le banche europee sono state più prudenti rispetto a quelle statunitensi, in quanto non hanno aumentato le proprie partecipazioni obbligazionarie, ma hanno piuttosto incrementato la quantità di liquidità detenuta in bilancio di oltre 2 mila miliardi di euro dal periodo pre-Covid (da 2 a 4 mila miliardi di euro).